Lei si eccita, pensò lui, mentre Veronicaglace scuoteva il culo per assicurarsi che non sanguinasse, e lasciava che il suo corpo tremasse. Alla fine, ha spinto la lingua per lei, ha succhiato un po', e ha sentito l'altro seno che si sollevava, inzuppato dei suoi succhi. Qualche carezza qui, qualche carezza là, alla fine si sentì costretto ad uscire. Appena in grado di stare in piedi, si sedette sulle mani e lentamente uscì da quella scatola coperta di mutandine. Non era sicuro se fosse stata una buona idea entrare, o se fosse stato così stupido da provarci, ma dopo quello che aveva appena passato con lei, non aveva voglia di mettersi nei guai. "Linda", chiamò, mentre si alzò e si mise a letto. "Mi dispiace", disse, cercando di mantenere una faccia seria, "ho fatto una cazzata". Non avrei dovuto farlo. Non voglio essere un cattivo amico, ma sono imbarazzato. E' possibile perdonarmi?". Veronicaglace sorrise. "Non hai fatto niente di male", gli disse Veronicaglace, e tornò a letto, sdraiata e allargò le gambe. "Se vuoi perdonarmi, è fantastico". Ma credo che abbiamo ancora del lavoro da fare prima di poter essere migliori amici". "Veronicaglace non pensava che sarebbe stata una cattiva idea passare il pomeriggio almeno a pomiciare con lei. Con lei, poteva ottenere tutto il piacere che voleva senza l'imbarazzo. Poteva sdraiarsi qui e lasciare che lei si occupasse del resto. .